Per contare i suoi anni bastavano le dita di una mano.
Eppure Raffaello è diventato un angelo, a causa di una malattia terribile che non gli ha lasciato scampo. La vita, è cosa nota, ti mette davanti accadimenti a cui mai si riuscirà a fare l’abitudine. Ma ci sono persone che, pur nel dolore, si scoprono capaci di rintracciare entusiasmo, per trasformare una tragedia in occasione. E’ il caso, tra gli altri, dei genitori di Raffaello: Nazzarena ed Andrea Palombi. Hanno fondato un’associazione che porta il nome del loro angelo, e si sono messi al lavoro.
Con un obiettivo semplice, consapevoli che non avrebbero potuto lottare per sconfiggere il male che gli ha strappato Raffello, ma certi che dalla loro esperienza avrebbero potuto rendere più spensierato il tempo di quei bambini che, purtroppo, passano i giorni nelle stanze degli ospedali oncologici. In pochi mesi di attività, l’Associazione Raffaello, ha messo in piedi una serie impressionante di iniziative con tale fine.
A Carnevale ad esempio, quando mamma Nazzarena è partita alla volta di Ancona per festeggiare con i bambini del Salesi. Ai dolci, all’animazione e tutto il resto c’ha pensato da sola, con una parte del denaro che in questi mesi è stato raccolto grazie ad una sottoscrizione pubblica. Il tutto, ovviamente, in accordo con i sanitari ed il responsabile del Reparto del Centro di Oncoematologia dell’Ospedale Salesi. Quei dottori che molto spesso non hanno problemi ad affiancare al camice bianco un naso da pagliaccio, per regalare un sorriso a quei bambini che, altrimenti, non avrebbero nessun altro sguardo da incrociare se non quello condivisibilmente raggelato dei genitori che li assistono.
Ecco: l’Associazione Raffaello ha come primo obiettivo quello di portare un sorriso, per far dimenticare, almeno per qualche minuto, l’orrore della malattia. Non è poco, non è facile. Perchè dietro c’è un lavoro enorme di trasformazione del dolore in amore, della mera consapevolezza in entusiasmo e voglia di darsi da fare.